Quando Roma si fa magica, lo fa davvero: da maggio 2019 al 6 gennaio 2020 il Parco archeologico del Colosseo offre una nuova edizione della visita che negli scorsi anni ha consentito di scoprire l’Anfiteatro Flavio alla luce della luna, rinnovato grazie al contributo del collettivo artistico Studio Azzurro.

A Roma le visite notturne al Colosseo rappresentano una delle attrazioni più coinvolgenti, assolutamente da non perdere: nell’edizione 2019 ci sarà l’apertura straordinaria serale dell’anfiteatro, un tour noto come ‘La luna sul Colosseo’, comprensivo di installazioni multimediali. Questo fantastico percorso arricchisce l’offerta di approfondimento multimediale delle antichità affiancandosi a quanto già visibile nella Domus Aurea e nei siti SUPER del Foro Romano e del Palatino.

Tra le architetture del Colosseo, trovano spazio i suoi fasti attraverso gli interventi multimediali, in un’atmosfera magica e surreale: ecco quindi la partecipazione di Marziale, Cassio Dione, Sant’Agostino e Artemidoro evocare immagini ed emozioni antiche e suggestive. Un’esperienza emozionale grazie ad un percorso immersivo, partendo dalla terrazza Valadier sino a discendere e scoprire, accompagnati dalle guide, i segreti della complessa macchina degli spettacoli. E poi la cyber narrazione attraverso la voce di un gladiatore, tra visioni e sogno, tra il ricordo delle gesta e il pensiero dei propri cari.

Sullo Studio Azzurro, anima tecnologica del tour, vogliamo spendere due parole in più; si parla di tecnologia e arte, una commistione che nel mondo ha raramente raggiunto vette così alte come nel caso dello Studio. Era il 1982 quando Fabio Cirifino, Paolo Rosa e Leonardo Sangiorgi iniziano ad esplorare le possibilità poetiche ed espressive delle nuove culture tecnologiche; a loro si aggiunge, dal 1995 al 2011, Stefano Roveda. Attraverso la realizzazione di videoambienti, ambienti sensibili e interattivi, percorsi museali, performance teatrali e film, disegnano un percorso artistico trasversale alle tradizionali discipline andando a fare della sperimentazione la loro cifra costante; l’integrazione tra immagine elettronica e ambiente fisico la fa spesso da padrone, perseguendo l’intento di rendere centrali i percorsi percettivi del visitatore. I videoambienti sono vere e proprie macchine narrative di un qualcosa che si connota come uno storytelling di massima attualità, in bilico tra cultura estrema, aggiornamento e visionarietà

Approfondisci per la visita: https://www.coopculture.it/events.cfm?id=177

 

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