Fino al 7 maggio 2017 Roma dedica una mostra ad una delle più grandi pittrici italiane, Artemisia Gentileschi, nella magnifica cornice di Palazzo Braschi (Piazza Navona, 2), tra Piazza Navona e Corso Vittorio Emanuele II. L’artista, nata a Roma nel 1593 e morta a Napoli nel 1653, protagonista di noti episodi drammatici e scandalosi, ha vissuto e lavorato principalmente in tre città, dove con gran temperamento ha svolto la sua carriera artistica, superando con forza le difficoltà familiari, economiche e i tanti ostacoli che la società le metteva davanti: Firenze (dal 1613 al 1620), Roma (dal 1620 al 1626) e Napoli (dal 1626 al 1630). La mostra è un viaggio nella vita e nell’arte di Artemisia, con un approfondito esame degli scambi e delle influenze con gli artisti a lei vicini, testimoniate da opere dei grandi protagonisti del ‘600 come Cristofano Allori, Simon Vouet, Giovanni Baglione, Antiveduto Grammatica e Giuseppe Ribera, frequentati a Roma, Firenze, Napoli, Venezia e Londra.
L’esposizione delle 100 opere è il frutto di un lunghissimo lavoro preparatorio (è curata da Nicola Spinosa per la sezione napoletana, da Francesca Baldassari per la sezione fiorentina e da Judith Mann per la quella romana) e vanta prestiti da tutti i principali musei del mondo, tra cui si trovano alcuni dei capolavori di Artemisia Gentileschi: la Giuditta che taglia la testa a Oloferne del Museo di Capodimonte, Ester e Assuero del Metropolitan Museum di New York, l’Autoritratto come suonatrice di liuto del Wadsworth Atheneum di Hartford Connecticut (nell’immagine).
Dice il testo di presentazione della mostra: “un viaggio nell’arte della prima metà del XVII secolo seguendo le tracce di una grande, vera donna. Una pittrice di prim’ordine, un’intellettuale effervescente, che non si limitava alla sublime tecnica pittorica, ma che seppe, quella tecnica, declinarla secondo le esigenze dei diversi committenti, trasformarla dopo aver assorbito il meglio dai suoi contemporanei, così come dagli antichi maestri, scultori e pittori. La parabola umana e professionale di Artemisia Gentileschi (1593-1653), straordinaria artista e donna di temperamento, appassiona il pubblico anche perché è vista come un’antesignana dell’affermazione del talento femminile, dotata di un carattere e una volontà unici”.