Insieme con Trastevere, il Rione Monti è sempre stato considerato uno dei più importanti della città: tra i due quartieri c’è sempre stata una grande rivalità perché sia la popolazione di Monti che quella di Trastevere sostenevano di discendere degli antichi Romani; era inoltre credenza popolare quella di ritenere di trovare sia a Monti che a Trastevere i caratteri genuini del popolo romano sia maschile che femminile. Il Rione Monti èil quartiere più antico di Roma e vi si trovano testimonianze dell’epoca romana, medioevale, rinascimentale, barocca, una successione di stili che copre 2.500 anni di storia. Il nome deriva dal fatto che comprendeva il colle Esquilino, il Viminale, parte del Quirinale e del Celio. In epoca romana la zona era densamente popolata: la parte alta del era costituita da domus signorili e denominata ‘Vicus Patricius’, mentre nella parte bassa e pantanosa, la Suburra, vivevano i plebei e la zona era fitta di lupanari, bordelli, bettole e locande malfamate. Qui Giulio Cesare ebbe i natali e, secondo la tradizione, vi si recava Nerone travestito per saggiare gli umori del popolo e Messalina, in incognito, alla ricerca di trasgressione. Con l’andare dei secoli, però, il rione divenne una zona molto poco abitata della città per la scarsità d’acqua e per la lontananza dal Vaticano, centro culturale di quel periodo e dal Medioevo fino agli inizi dell’Ottocento rimase essenzialmente una zona ricca soltanto di vigne e orti. In epoca fascista un’ampia porzione della parte bassa del rione fu distrutta per costruire via dei Fori Imperiali. Oggi il quartiere è ampio e urbanisticamente assai composito: si va dalle zone di intensiva urbanizzazione ottocentesca e più recente, al parco archeologico costituito dalla zona. Una parte del rione Monti è costituita da dedalo di viuzze e di affascinanti fughe prospettiche, molto caratteristica e pittoresca, simile ad un piccolo paese all’interno della metropoli. Avanguardia e tradizione si fondono; apprezzata e frequentata, negli ultimi anni, è la zona tra via Nazionale e via Cavour dove si trovano botteghe artigiane, gallerie d’arte, negozietti, trattorie, bar e locali vari. Oggi qui non esistono più importanti feste tradizionali ma ricordiamo che nel XIX secolo la festa di S. Giovanni raggiunse il massimo della sua popolarità, non solo per le mangiate di lumache, ma anche per il festival canoro.