Villa Medici è sede dell’Accademia di Francia a Roma dall’inizio dell’Ottocento; i suoi giardini, che si estendono per più di 7 ettari da Nord a Sud e conservano ancora oggi l’aspetto del XVI secolo, sono visibili dalla terrazza di alcune camere di Hotel Centrale Roma.
Ecco come nascono… Nel 1564 il cardinal Ricci acquistò la Casina Crescenzi e vennero intrapresi grandi lavori di terrazzamento. Fu creato un giardino chiuso da mura attigue, a Nord, al vigneto di Santa Maria del Popolo, la cui pianta, divisa in sedici quadrati e sei parterre, era in armonia con i principi di composizione dell’epoca. Grazie ai lavori di irrigazione di Camillo Agrippa, matematico e ingegnere milanese, il luogo venne impreziosito da bacini e fontane.
A partire dal 1570 sembra fosse stata in parte disposta una “silva” (o bosco) e questa zona contiene ancora i resti interrati di un tempio romano probabilmente dedicato alla Fortuna. Quando Ferdinando de’ Medici acquistò il terreno nel 1576, portò a termine la serie di lavori già iniziati, racchiudendo il sito della Villa tra le Mura Aureliane e la via Pinciana. Rese poi i giardini, sul modello di quelli botanici creati a Pisa e Firenze, molto scenografici, con diverse piante rare e molte preziose opere antiche, tra cui il Gruppo scultoreo dei Niobidi, collocato in fondo al viale del giardino.
Spogliati alla fine del XVIII secolo della maggior parte delle sculture, i giardini hanno comunque conservato fino all’inizio del XIX secolo la pianta originaria. Sotto il direttorato di Ingrés fu leggermente modificato il tracciato dei parterre di fronte alla Villa e furono piantati molti dei pini marittimi che costituiscono oggi la particolarità di questo luogo. Desideroso di restituire a questo luogo lo splendore di un tempo, il pittore Balthus risistemò successivamente i parterre di fronte alla Villa, annullando così le modifiche fatte nel XIX secolo, fatta eccezione per i pini piantati da Ingrés. A causa del degrado fitosanitario dei grandi pini e delle aiuole, si è deciso, a partire dal 2000, di restaurare i giardini dell’Accademia e di riportarli al loro aspetto originario.